Barlume di

Sono le 1:40 del mattino e ancora non riesco a terminare questo mio arrovellarmi.
Fisso impassibilmente lo schermo del computer come se cercassi una risposta. Che poi non saprei nemmeno identificare la risposta della domanda a cui sto pensando. Vorrei tanto trovare un significato alla nostra nascita, al nostro respiro e alla motivazione dei nostri rapporti. Come nascono, come ci stimolano ad essere quel che siamo ed infine a come migliorarsi. Trovo così difficile capire il senso dell'innamoramento. Forse per necessità di un possibile miglioramento, forse per una costante ricerca della figura genitoriale.
La filosofia e la poesia hanno tentato vagamente di ricondurre a questi misteri umani, e mi spiacerebbe quasi rivelare un qualcosa di già conosciuto: la vita sarà sempre un mistero che potrà in parte essere risolto con una nostra risposta personale, interiore.
Ma ciò per cui non mi do pace in realtà è il perché noi esseri umani siamo costantemente sul precipizio di soffrire, di respirare affannosamente ad ogni azione che ci desta sospetto di un qualcosa di più grande.
Barlume. Barlume di follia. Barlume di felicità che esonera dal cospetto dell'animo buono.
La consapevolezza di qualcosa di più importante, di una diversa valenza rispetto a ciò che è accaduto. Fissare la propria immagine allo specchio e domandarsi a chi appartenga ogni parte di noi. Quel carnivoro biondo indossa degli occhi color del mare, colore smeraldo. Quegli occhi verdi che gironzolano cercando una riposta, qualcuno che possa guardarli con piacere, con paura di perderli e al contempo la beatitudine che provoca guardarli. Benedetti quegli occhi che furono creati così facilmente, ma che ad un solo sguardo viene da rattristarsi tanto da voler nascondersi nei luoghi più desolati della terra. Quegli occhi provocano i brividi e solo chi li ha provati può rendersi conto della gioia e sofferenza che celano, quegli occhi.
Quegli occhi hanno visto cose, quegli occhi tramano un mistero irrisolvibile che può solo essere risolto dalla positività più grande.
Quegli occhi hanno sofferto e possono essere solamente liberati da chi ha visto e da chi ha accettato di aver visto terribili ma gioiosi avvenimenti.
Quegli occhi si meritano il mondo e solo una o poche persone posso meritarsi di viverli. Solo pochi respiri possono meritarsi di percepire e di possedere quei gioielli che illuminano il mare in tempesta.
Quegli occhi meritano la dolcezza, la comprensione, l'annullamento di ogni accaduto che ha causato sofferenza.
Quegli occhi guardano ancora, nonostante tutto, con innocenza ma con la profonda consapevolezza che là fuori pochi sono onesti ancora, volenterosi di donare il mondo.

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