Forma di normalità
Il freddo si fa sentire. Si fa sentire sulla pelle screpolata. Dovrei mettermi un po' di crema, penso. Sì sì. Mi prendo le mani, le osservo bene. Le scruto. Tocco la pelle secca. Incredibile perché ricordo di essermi messo una grande quantità di crema sulle mani in questi giorni. Però mi fanno male. La congestione delle mani peggiora. Cammino e sento in lontananza il rumore di tacchi. Mi giro, domandandomi chi possa esserci a quest'ora di notte. Non riesco a vedere bene ma chi sei tu. Capelli corti. Chi sei? Era buio pesto, di quel color tenebre. Mi pare di vederla ma non riesco a riconoscere la figura. Non che la conoscessi, però. Lampo. Fruscio. E' lei. Dopo molti mesi è lei. Eccola. Le gambe nude. Il suono dei tacchi, il movimento di lei. Gli occhi accesi di quella bellezza piena, di quella trasparenza rara. E' lei? Rimango estasiato da quell'apparenza forse già vista. Non posso. Io non devo, farmi travolgere. Ma mi sembra di conoscerla, di averla già vista. Avet...